New Space Economy: cosa significa? La corsa allo spazio è stata iniziata negli anni ’50 del XX secolo dall’immenso sforzo, principalmente guidato dai governi e dalle agenzie nazionali e internazionali (NASA, ROSCOSMOS, ESA, JAXA e altre). L’Italia, terzo paese ad aver lanciato un satellite il 16 dicembre 1964, è un protagonista da sempre di questa avventura. Ma dall’inizio del 21° secolo l’ingresso di attori privati nelle attività spaziali ha aperto un nuovo capitolo: la New Space Economy. Immense opportunità, grandi sogni ma anche pericoli e insidie per l’umanità. Quale ruolo per l’Europa in questo contesto? In occasione della Giornata Nazionale dello Spazio 2023 ne parleremo con Patrizia Caraveo, una delle più autorevoli scienziate italiane, con grandissima esperienza nel settore spaziale.
Patrizia Caraveo (1954) si è laureata in Fisica all’Università degli Studi di Milano nel 1977. Dopo un periodo all’estero, è diventata ricercatrice all’Istituto di Fisica Cosmica del CNR di Milano, poi confluito nell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Dal 2002 è dirigente di ricerca e direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano (IASF). Ha collaborato a diverse missioni spaziali internazionali dedicate all’astrofisica delle alte energie a cominciare dalla missione europea Cos-B. Collabora alla missione AGILE dell’Agenzia Spaziale Italiana, alla missione INTEGRAL dell’Agenzia Spaziale Europea e alle missioni della NASA Swift e Fermi. È responsabile per la partecipazione INAF al progetto Cherenkov Telescope Array. Patrizia Caraveo è autrice del libro Europe in the Global Space Economy, Springer 2023.
Ingresso, libero. Per iscriverti, clicca > qui.
Dove e quando:
mercoledì 20.12.23, apertura porte 19.30 | inizio ore 20.00
Paulus Akademie, Pfingstweidstrasse 28, Zürich
Mezzi pubblici: da “Bahnhofquai/HB” tram no. 4 in direzione “Zürich, Altstetten Nord” fino alla fermata “Schiffbau”, a piedi 3 minuti.
Per maggiori informazioni: zurigo.scienza@esteri.it
Organizza: Consolato Generale d’Italia a Zurigo in collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Zurigo.
Credito foto 1: Pixabay
Credito foto 2: Twitter