Mostra a Friburgo dedicata a Ketty La Rocca. Particolarmente attiva negli anni ’60 e ’70, l’artista spezzina mescolò linguaggi e codici, riferimenti colti e popolari e differenti media espressivi per elaborare un linguaggio unico e autonomo. La mostra, che sarà inaugurata il 31 gennaio, sarà visitabile fino al 29 marzo 2020.
Ketty La Rocca nasce a La Spezia nel 1938 e muore a Firenze il 7 febbraio 1976. L’attività artistica di Ketty La Rocca inizia a Firenze negli anni Sessanta, anni del boom economico e della contestazione. In questo periodo Ketty La Rocca aderisce al movimento di Poesia Visiva e del dibattito concettuale,portando avanti una personale rilettura del significato della comunicazione e del linguaggio. Il suo operato, declinato secondo le tecniche del collage, della fotografia, della fotocopia e della performance è una critica ironica e feroce rivolta alla classe dirigente, alla società dei consumi, al potere costituito della politica e della chiesa e anche all’arretratezza della condizione femminile. Questi temi, come la presa di coscienza del corpo, quale principio agente di ogni forma di comunicazione, non verranno mai abbandonati. Nascono così molte serie di lavori sulle possibilità di espressione e di comunicazione offerte dal nostro corpo ed in particolare dalle mani, cui seguiranno, con il peggiorare della malattia, le drammatiche Craniologie in cui l’artista interviene sulle radiografie del proprio cranio.
Nel 1972 espone alla XXXVI Biennale di Venezia il libro d’artista In Principio erat e il video Appendice per una supplica. A partire dal 1973 inizia la serie dei polittici o Riduzioni: sequenze grafiche in cui il conflitto tra parole e immagini, tra segno iconico e segno verbale, si visualizza secondo un processo di elisione reciproca. La prima immagine fotografica di varia tipologia risponde all’esigenza di riappropriarsi della realtà nei suoi vari aspetti, nella seconda sequenza, lavorando su un trasparente sovrapposto all’immagine fotografica, l’artista ricopre i contorni con you, you o con frasi senza senso, in una sorta di scrittura automatica. L’immagine iniziale viene così corrosa, quasi divorata dalla scrittura dalla quale riemerge, nelle sequenze successive, in segni lineari e macchie su misura dei suoi ricordi del suo modo di essere, di sentire, di vivere. Nel 1975, agli inizi di marzo, realizza a Firenze, alla facoltà di architettura, la performance “Le mie parole e tu”, ultimo evento pubblico prima della sua scomparsa.
Dove e quando
Vernissage venerdì 31.01.2020 ore 18.00
Mostra dal 01.02 al 29.03.2020 – Lun e mar su appuntamento, mer gio ven 12.00-18.00, sab dom 13.00-18.00
Fri Art Kunsthalle Fribourg, Petites-Rames 22, Friborgo