A Lugano incontro con Luca Serianni, Professore emerito di Storia della lingua italiana all’Università Sapienza di Roma ed è tra i più illustri studiosi italiani di linguistica e storia della lingua.
Nel suo dialogo con Giuseppe Antonelli, pubblicato dal Mulino nel 2019 e intitolato Il sentimento della lingua, il grande linguista e filologo Luca Serianni racconta di essere stato attratto verso la letteratura anche dallo studio a memoria dei versi di Dante, esercitato non solo a scuola ma anche spontaneamente per puro diletto. La sua è dunque una lunga passione, che l’ha portato, negli anni, a riflettere sulle novità della lingua dell’Alighieri e su un’eredità che si presenta viva ancora oggi. Dante è il primo teorico del volgare italiano, ma è anche il geniale sperimentatore di stili e registri molteplici, che convivono nella stessa opera insieme con tessere di diversa provenienza. Utilizzando e plasmando in modo originale questa lingua, il Poeta riesce a descrivere i vizi più bassi e le virtù più sublimi, servendosi di immagini filosofiche e di concetti scientifici, inventando parole e riprendendo vecchi termini con significati originali e in contesti nuovi. Molte parole della nostra vita quotidiana risalgono, per via diretta o indiretta, alla Divina Commedia. Per questo consideriamo Dante il “padre della lingua italiana”. Presenteranno Paolo Di Stefano e Stefano Vassere.
Posti limitati, massimo 40 persone.
Possibilità di prenotazione scrivendo a bclu-segr.sbt@ti.ch entro il 21 ottobre. A capienza raggiunta non sarà più possibile accedere. I posti prenotati sono garantiti fino a 15 minuti prima dell’inizio della conferenza.
Evento in occasione della Settimana della Lingua e della Cultura Italiana nel Mondo 2020.
Dove e quando:
Giovedì 22 ottobre 2020, ore 18.00, Biblioteca cantonale di Lugano (Sala Tami), Viale Carlo Cattaneo 6, Lugano