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Primo Levi: I sommersi e i salvati – Dialogo con Martina Mengoni

Al Volkshaus di Zurigo, incontro con Martina Mengoni nell’ambito della Giornata della Memoria. Mengoni è studiosa di Primo Levi, su cui ha pubblicato vari saggi, tra i quali Primo Levi e i tedeschi (Einaudi, 2017). Inoltre è la curatrice della corrispondenza tra Primo Levi e Claude Lévi-Strauss. La sua più recente pubblicazione si intitola I sommersi e i salvati di Primo Levi. Storia di un libro (Quodlibet, 2021).

Mengoni attualmente collabora con il Centro Studi Primo Levi di Torino. Durante l’incontro sarà garantito un servizio di traduzione simultanea dall’italiano al tedesco.

Il libro
I sommersi e i salvati è l’ultimo libro scritto e pubblicato da Primo Levi. Percepito a lungo dalla critica come un libro-testamento, ha avuto in realtà una lunga genesi, che attraversa quasi trent’anni della vita dello scrittore. È dal 1959, quando riceve la notizia che Se questo è un uomo sarà tradotto in Germania, che Levi inizia a interrogarsi nuovamente sulla sua esperienza ad Auschwitz: dialogando innanzitutto con il suo traduttore Heinz Riedt, poi entrando in corrispondenza con i suoi lettori tedeschi e infine, a partire dagli anni Settanta, attraverso vivaci incontri nelle scuole. Alle origini dei Sommersi e i salvati ci sono dunque una traduzione in tedesco e il progetto, poi accantonato, di tradurre in italiano e commentare le lettere ricevute dalla Germania. La scrittura del libro si intreccia inoltre con le traduzioni di cui Levi si fa promotore in Italia, e si alimenta delle poesie e dei romanzi (tedeschi e non solo) che legge fin da ragazzo, da Heine a Morgenstern, da Mann a Döblin. Per far emergere pienamente il significato dei Sommersi e i salvati si devono dunque recuperare decine di libri e centinaia di lettere, in quattro lingue diverse, e incontrare personaggi storici e romanzeschi, classi di studenti e vecchi reduci, vittime e carnefici. Bisogna sovrapporre la biografia di Levi a interi decenni di storia d’Italia e d’Europa, dove l’infinitamente grande – l’elaborazione del passato e le sue proiezioni sul presente – incrocia l’infinitamente piccolo: come nel caso del giovane soldato delle SS che, in punto di morte, chiede il perdono di un prigioniero ebreo. E dunque, si è corso il rischio di scrivere un libro intero per raccontare la nascita di un altro.

Durante l’intervento verranno proiettate delle immagini del fotografo Lino Sprizzi che si riferiscono ai Campi di concentramento e ai Musei sull’ Olocausto. Maggiori informazioni sul fotografo potete trovare > qui.

È obbligatoria l’iscrizione per tutte le persone, cliccando sul pulsante verde sottostante “Prenota ora” oppure chiamando lo 044 202 48 46. Chiediamo cortesemente di indossare una mascherina durante l’evento.

Dove e quando:
17 marzo 2022, ore 18.45 apertura porte | ore 19.30 inizio
Volkshaus Zürich (gelber Saal), Stauffacherstr. 60, Zurigo
Ingresso libero

Prenotazione non più disponibile

  • Organizzato da: IIC di Zurigo