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Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta – Online

L’Ambasciata d’Italia a Berna, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a Zurigo, il Consolato Generale d’Italia a Lugano, il Consolato Generale d’Italia a Ginevra, il Consolato d’Italia a Basilea e l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, è lieta di annunciare l’apertura degli incontri sulle celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri: “Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”, una mostra personale di Elena Bellantoni, introdotta dall’Ambasciatore Silvio Mignano e da Antonello Tolve, con la proiezione dei video The fox and the Wolf: Struggle for Power (2014), Maremoto (2016), The Beauty and the Beast (2017) e Corpomorto (2020).

 

Elena Bellantoni
«Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta»
a cura di Antonello Tolve

 #Dante700NelMondo

 

Attenta da sempre alle varie dinamiche linguistiche del panorama culturale non solo moderno e contemporaneo, come attesta lo stupefacente lavoro svolto a Capo Horn (nella Patagonia Cilena) dove l’artista ha lavorato con l’abuela Cristina Calderon (una donna dichiarata patrimonio umanitario dall’UNESCO nel 2006), ultima di una stirpe antichissima (gli Yegan) nativa della Terra del Fuoco, per creare un piccolo vocabolario e dunque preservare alcuni lineamenti di una cultura millenaria, Elena Bellantoni pone al centro dell’attenzione un percorso investigativo tra i vari tessuti linguistici – smontati, decriptati, destrutturati, allusivi, di costume – che spesso sfuggono alla ragione e che, a vario titolo, disegnano le dinamiche umane, plasmano il corpo sociale, modellano le trame del mondo, i sui miracoli, i suoi traumi.
Riprendendo le parole che Virgilio rivolge a Catone l’Uticense (Purgatorio, I, v. 71), personaggio storico che morì suicida a Utica dopo la sconfitta nella battaglia di Tapso (46 a.C.) e che nel medioevo cristiano diventa simbolo supremo (difensore indefesso) di libertà politiche e repubblicane al punto di sacrificare la propria vita (forse per queste ragioni Dante lo descrive come un personaggio biblico e lo fa custode del Purgatorio), l’artista propone oggi un progetto speciale sul potere della parola e del linguaggio in generale che, per dirla con Lacan, «si costituisce in funzione dell’Altro».
Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta è un momento di proiezione e di riflessione sulle varie derive di un lessico inteso come spazio imperfetto dell’interpersonalità, come ambiente in cui si consuma tutta l’ipocrisia di una libertà che è solo «tentazione e illusione» (Blanchot). Si tratta di un percorso con cui Bellantoni invita a ragionare sull’ambivalenza tra potere e codice espressivo (in alcuni casi è la stessa artista a farsi scrittura), dove l’interlocutore è l’altro illusorio, il proprio doppio simmetrico, il simile che si incontra o la propria immagine allo specchio, luogo delle identificazioni immaginarie.
Fil rouge che unisce i quattro video, è dunque il rapporto che l’artista instaura con il linguaggio inteso appunto come territorio dell’autorità, del comando, della potenza da cui svincolarsi per creare un dispositivo pensante (per mettere in crisi l’orizzonte stesso della crisi) capace di rompere tutti quei piccoli giochetti che sono solo sfoggio di convenzionalità e di codificazioni, di mediocrità, di ovvietà, di piattezza retorica, di superficialità, di vetrinizzazione.

Maggiori informazioni sull’artista
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Locandina

Il giorno 18 marzo, in occasione della conferenza “Alla ricerca della lingua perfetta”, l’artista sarà presente per un dibattito aperto con il pubblico.

 

  • Organizzato da: Ambasciata d'Italia Berna
  • In collaborazione con: IIC