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UpCycle. Quando l’arte reinventa il mondo

L’Ambasciata d’Italia a Berna, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a Zurigo, il Consolato Generale d’Italia a Lugano, il Consolato Generale d’Italia a Ginevra, il Consolato d’Italia a Basilea e l’Istituto Italiano di Cultura a Zurigo, è lieta di annunciare la collettiva UpCycle. Quando l’arte reinventa il mondo, a cura di Silvio Mignano e Antonello Tolve.

Concepita come un dispositivo che vuole porre l’attenzione sul riutilizzo e sul rinnovo di materiale organico o inorganico, di elementi della vita comune e di quel prodotto throw-away che ha caratterizzato il Novecento e che marchia ancora massicciamente – tra usi e abusi d’ogni sorta – il nostro distratto e ormai poco comprensibile scorrere quotidiano, UpCycle (termine coniato nel 1994 dall’ingegnere meccanico Reiner Pilz in un’intervista rilasciata a Thornton Kay e apparsa sulla rivista Salvo – «What we need is upcycling where old products are given more value not less») si pone come un momento di riflessione sulle strategie adottate nel campo dell’arte per reinventare il mondo con frizioni creative e azioni estetiche al cui interno è possibile ritrovare una procedura tagliente attraverso la quale leggere il farsi e disfarsi costante di materie (e di discipline) differenti.

GLI ARTISTI IN MOSTRA Partendo da un ideale cervello che trova in Kurt Schwitters il padre di strategie e principi Merz (in mostra è presente una sua Merzgedicht), l’esposizione vuole riflettere, mediante i lavori di Mrdjan Bajic, Elena Bellantoni, Tomaso Binga, Manuel Canelles, Filippo Centenari, Fabrizio Cotognini, Valentina De’ Mathà, Katharien De Villiers, Isora Degola, Sabine Delafon, Ulrich Egger, Matteo Fato, Giorgia Mascitti, Claudia Giannuli, H.H.Lim, Patrizia Molinari, Deborah Napolitano, Laura Paoletti, Francesca Pasquali, Marina Paris, Lamberto Pignotti, Enrico Pulsoni, Marco Raparelli, Fabrizio Sannicandro, Giuseppe Stampone, Giovanni Termini, Eugenio Tibaldi, Adrian Tranquilli, Fosco Valentinie e Narda Zapata, su quel valore di scambio che sfugge al territorio del capitalismo e che nel farsi oggetto di pensiero «diventa più merce della merce», corpo assoluto, assolto dalla alienazione oggettiva e reso (desiderio desiderato) più oggetto dell’oggetto.

L’evento è realizzato anche in collaborazione con la Fondazione Filiberto e Bianca Menna di Salerno/Roma, il TOMAV experience di Ancona e la rivista ArShake • Reinventing Technology di Roma.

Cura: Silvio Mignano e Antonello Tolve

È possibile visitare la mostra su appuntamento > per favore scrivere a: iiczurigo@esteri.it  o chiamare 044 202 48 46.

Dove e quando:
dal 5 maggio al 31 luglio 2022
Residenza dell’Ambasciata, Elfenstrasse 10, Berna

 

  • Organizzato da: Ambasciata d'Italia a Berna