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Storia del napoletano

Brevi assaggi. Conferenza a Zurigo sul napoletano, specchio di una cultura complessa e stratificata e di una società articolata e plurimillenaria. Verranno anche presentate curiosità linguistiche legate all’ambito culinario. Relatore è il Prof. Michele Loporcaro, ordinario di linguistica italiana all’università di Zurigo.

Oltre ad essere una delle più belle e affascinanti città d’Italia (e dunque del mondo), Napoli è stata fino a un passato non troppo lontano una grande capitale europea. Luogo, certo, di contraddizioni ma anche e soprattutto di una cultura complessa e stratificata. La lingua, come sempre, ne è lo specchio: su di essa verte la conferenza. Il napoletano rispecchia dunque una società articolata e una storia plurimillenaria.

Quanto all’articolazione, il napoletano è una delle poche parlate d’Italia in cui il sistema di allocuzione è a tre livelli di formalità, conoscendo una scala tu < voi < lei di contro alla semplice opposizione binaria tu ≠ lei dell’italiano odierno. Pure più articolato è il sistema del genere grammaticale, il che fa sì che ad es. il ‘pane’, il ‘vino’ o il ‘sale’ in napoletano non siano né maschili (come in italiano) né femminili (come invece è ad es. la sal ‘il sale’ in spagnolo).

Quanto alla storia, questa è riflessa nel dialetto attraverso i prestiti da altre lingue, arrivati a Napoli nelle diverse fasi storiche. Molti ve ne sono ad es. in ambito culinario, giacché non autoctoni sono i nomi di specialità quali crocchè, gattò, ragù, alcuni anche, come sartù o babà, di etimologia oscura o discussa. Anche attraverso i nomi di qwueste specialità, la conferenza condurrà il pubblico in direzione della degustazione di prodotti campani a fine serata.

Segue aperitivo campano

Maggiori informazioni

Locandina

Dove e quando:
26.9.19 ore 18.30, Sala del Liceo artistico di Zurigo, Parkring 30

  • Organizzato da: DA di Zurigo e Romanisches Seminar UZH
  • In collaborazione con: IIC di Zurigo